Napoli, De Laurentiis svela l'addio di Spalletti: "È un uomo libero, ci ha dato tanto e lo ringrazio"

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Napoli, De Laurentiis svela l'addio di Spalletti: "È un uomo libero, ci ha dato tanto e lo ringrazio"
Luciano Spalletti
Luciano Spalletti
AFP
Il presidente "ufficializza" l'addio del tecnico: "Mi ha detto di avere un contratto per un altro anno, ma di volersi fermare, potevo mai dirgli di no?"

 Ospite  negli studi di 'Che Tempo Che Fa', Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis. "Nessuno dava il Napoli favorito per lo Scudetto tranne me? Sì, mi sono trovato in una conferenza stampa a inizio giugno, avevamo mandato via tanti giocatori che avevano finito il loro ciclo a Napoli anche se non tutti erano della stessa idea. Mi hanno chiesto cosa pensavo di fare e io dissi che pensavo di poter vincere lo Scudetto. Ci fu lo sgomento generale, anche da parte di Spalletti che non sapeva ancora chi avevamo acquistato. Gli allenatori si dividono in coloro che vogliono fare il mercato e in coloro che allenano. Spalletti è uno che allena, gli abbiamo dato una squadra straordinaria da allenare".

Spalletti è un uomo libero

Il presidente azzurro conferma anche la volontà di Spalletti di lasciare il club e dice che non farà pressioni per farlo restare: "Spalletti è un uomo libero. Quando uno dice che pensa di aver ottenuto il massimo e di voler prendere un anno sabbatico, è giusto lasciarlo libero. Mi ha detto di avere un contratto per un altro anno, ma di volersi fermare, potevo mai dirgli di no? Ci ha dato tanto e lo ringrazio".

Competitivi tenendo i conti in ordine

Il patron del Napoli parla poi dell'amministrazione del club, alla base del successo: "Bisogna essere competitivi tenendo i conti in ordine, il segreto è fare impresa e non fare presa. Se non investi si accumulano debiti, rossi. Ci sono imprese che dovrebbero fare tabula rasa e ripartire da zero, ma con regole precise. Oggi ci sono ma non valgono per tutti, non ci sono pari forze, è come l'elefante con il topolino. Ci sono dei campionati non equilibrati. I calciatori devono migliorarsi strada facendo come fanno i piloti che dal kart passano poi alla Formula 1. Non si può paragonare una città di 3 milioni di abitanti con una di 30mila, anche gli sponsor sono inferiori".