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Milan, impatto "max" di Allegri: ordine, vittorie e la voglia di tornare grande in Italia

Massimiliano Allegri
Massimiliano AllegriPIERO CRUCIATTI / AFP

Un tonfo pesante all’esordio, poi tre vittorie di fila senza subire un gol. In un gruppo che sembrava allo sbando, Massimiliano Allegri ha riportato ordine, fame e coraggio. La rivoluzione rossonera è iniziata in silenzio, ma oggi fa rumore. E ora, con il calendario che si fa bollente, il Diavolo sogna in grande.

Un crollo fragoroso alla prima giornata, poi solo vittorie. Non è ancora il Milan dei tempi d’oro, ma è un Milan che ha ritrovato se stesso. Più che un cambio di passo, una rifondazione silenziosa ma radicale. E al timone di questa rinascita c’è un uomo solo: Massimiliano Allegri.

Quando è tornato, Milanello era un campo minato. La squadra era allo sbando: disorganizzata, priva di identità, incapace di trovare continuità. In campo regnava la confusione, fuori solo amarezza e rabbia. Il Milan sembrava essersi perso, inghiottito da un’estate di strappi, addii e rivoluzioni.

In questo deserto di certezze, Allegri non ha solo rimesso in ordine lo spogliatoio: ha restituito al gruppo una direzione, un senso, un’idea chiara. Non è il Milan delle grandi notti europee, non ancora. Ma è un Milan che lotta, che sa soffrire, che ha imparato di nuovo a stare in campo.

L'impatto di Massimiliano Allegri sulla panchina del Milan
L'impatto di Massimiliano Allegri sulla panchina del MilanOpta by Statsperform / Marco Luzzani / GETTY IMAGES EUROPE / Getty Images via AFP

Rivoluzione estiva

Fino all’estate scorsa, la gestione tecnica del Milan stava affondando nelle sabbie mobili della confusione. Un cammino incerto, fatto di cambi di allenatori, tentativi falliti e un ambiente in cui la rabbia dei tifosi si mescolava alla frustrazione dei calciatori.

La squadra era un corpo senza testa, incapace di reagire alle difficoltà, con un atteggiamento che spesso rasentava la disorganizzazione. Fonseca e Conceição non sono riusciti a fare da argine al disastro, nonostante la vittoria della Supercoppa Italiana. Poi, finalmente, è arrivata la scossa che tutti i tifosi rossoneri attendevano.

Una rivoluzione che è iniziata dall’alto, con l’arrivo di un direttore sportivo con le idee chiare come Igli Tare, e con la scelta di Allegri sulla panchina, un allenatore che, a dispetto delle voci che lo davano lontano da Milanello, è riuscito a dare una struttura solida e un’identità di gioco ben definita.

Con lui è stato fatto fuori il disordine, i giocatori che non credevano più nel progetto sono stati salutati, e una nuova energia ha pervaso la squadra. Un po’ controvoglia, certo, ma anche grazie a cessioni intelligenti (come quella di Thiaw), il Milan ha saputo incassare denaro utile a rinforzare il gruppo senza compromettere la sua ossatura.

Il pugno duro e il tocco leggero

Quello che ha fatto Allegri non è stato solo un lavoro di ristrutturazione tattica, ma una vera e propria psicoterapia collettiva. Ha rimesso in piedi una squadra che sembrava aver perso ogni speranza, portando una disciplina che mancava da troppo tempo.

L’arrivo di colpi di mercato all’ultimo minuto, come il “pupillo” Adrien Rabiot, ha poi completato l’opera. Il centrocampista francese si è inserito alla perfezione nel progetto Allegri, portando una fisicità che mancava nel cuore del gioco. Con lui a fianco di Luka Modrić, il Milan ha trovato un equilibrio perfetto, capace di gestire le partite con la classe e la forza di una squadra di grande livello.

Le vittorie sono arrivate come una pioggia benefica: l'1-0 al Bologna, grazie al guizzo del croato, e il 3-0 contro l’Udinese, in Friuli, con Rabiot padrone del centrocampo e Pulisic finalmente libero di esprimere il suo talento. Il Milan ha fatto ciò che sembrava impossibile pochi mesi fa: ha ritrovato gioco, compattezza e una sicurezza che era stata smarrita.

Il parallelo con il Napoli

C’è chi, tra i tifosi rossoneri, non può fare a meno di pensare che il Milan stia seguendo una traiettoria simile a quella che il Napoli ha intrapreso la scorsa stagione. Quando il club partenopeo iniziò la sua scalata al titolo, partì malissimo, con una pesante sconfitta all’esordio contro il Verona. Eppure, da lì in poi, tutto cambiò: il Napoli non concesse più nulla e culminò in una stagione leggendaria. 

Il Milan, dopo il tonfo iniziale con la Cremonese, ha iniziato una marcia trionfale che sembra promettere lo stesso epilogo. Ma con un’aggiunta in più: la solidità difensiva. L’anno scorso, i rossoneri scricchiolavano spesso dietro; oggi, il Milan è una roccia: sei gol fatti e zero subiti in tre partite. Tre clean sheet consecutivi, un segnale inequivocabile di come Allegri abbia messo ordine anche in difesa.

I prossimi impegni del Milan
I prossimi impegni del MilanFlashscore

Non possiamo non fare un’ulteriore riflessione: il Milan è davvero pronto a lanciarsi verso traguardi più ambiziosi? Se le premesse sono queste, la risposta sembra affermativa. Con il giusto equilibrio tra difesa solida e attacco brillante, il Diavolo non solo può lottare per un posto in Champions League, ma può anche dimostrare che Allegri è l’uomo giusto per riportarlo ai vertici del calcio italiano e, perché no, europeo. Il cammino, però, è ancora lungo.

Il vero banco di prova arriverà tra poche settimane, quando il Milan affronterà il Napoli, la Juventus e la Fiorentina, per poi immergersi in un altro trittico insidioso con Pisa, Atalanta e Roma. Allegri ha parlato della partita contro l’Udinese come di quella che poteva “svoltare la stagione” e, a quanto pare, quella svolta è già arrivata. La sensazione è che i rossoneri siano finalmente pronti a tutto.