C'era un asterisco in classifica, proprio accanto al nome dell' Inter, che impediva al Napoli di godersi fino in fondo il primo posto: *una partita in meno, recitava. E la verità è che, all'ombra del Maradona, erano sicuri che sarebbero arrivati ai nastri di partenza della 24esima giornata di Serie A appaiati in testa ai nerazzurri.
Soprattutto una volta rese note le formazioni ufficiali della gara di giovedì sera al Franchi. Il turnover di Raffaele Palladino, infatti, aveva lasciato pensare a un Fiorentina arrendevole. E, probabilmente, devono averlo pensato non solo i tifosi azzurri, ma anche quelli nerazzurri.

E, invece, no: trascinata da un brillante Moise Kean, la Viola ha inflitto una durissima punizione a un'Inter superficiale e saccente. Insomma, l'asterisco non c'è più e il Napoli ha ancora tre punti di vantaggio sulla squadra di un Simone Inzaghi sconsolato.
"Abbiamo sbagliato completamente partita, è mancato tutto: corsa, determinazione, voglia. Non siamo stati bravi a reagire, il secondo tempo è andato ancora peggio del primo, ma il primo responsabile sono io", ha ammesso il tecnico emiliano.
Niente alibi
Ha ragione, tuttavia, l'allenatore campione d'Italia in carica quando chiede una reazione logica al passo falso di Firenze: "Ora, però, non è il momento di fare drammi. È una sconfitta che fa male, ma questa squadra non si ferma, veniva da 4 mesi senza perdere una partita. Tra 3 giorni avremo di nuovo davanti la Fiorentina e non voglio alibi".

E già, perché sarebbe davvero molto pericoloso credere, come qualcuno sembra disposto a fare, che il momento di forma tutt'altro che brillante di Hakan Calhanoglu possa essere l'alibi perfetto per giustificare l'unico punto conquistato - e soltanto in pieno recupero nel derby - dai nerazzurri negli ultimi due incontri.
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Allo stesso modo, servirebbe a poco cominciare a fare calcoli: "Fare tabelle adesso non serve, solo il lavoro ci può fare uscire da questa sconfitta. Nelle ultime 17 gare (prima di Firenze, ndr) ne abbiamo vinte 14 e pareggiate 3".
Il sogno dei tifosi azzurri
Il pareggio dell'Olimpico, invece, ha interrotto (sempre in zona Cesarini) la serie di sette vittorie consecutive del Napoli che ha confermato di avere un unico, ma importante difetto: la squadra di Antonio Conte segna poco e quando si arriva troppo spesso ai minuti finali in vantaggio di un solo gol può accadere, com'è successo contro la Roma, di lasciare qualche punto per strada.
E non c'è dubbio che, sotto questo aspetto, l'addio di Khvicha Kvaratskhelia non è assolutamente una buona notizia: "Il mercato di gennaio? Arriva in un periodo veramente assurdo per noi allenatori", ci ha tenuto a sottolineare il tecnico pugliese.

Una questione affrontata in prima persona da Giovanni Manna che non ha potuto fare a meno di ammettere come il Napoli abbia "perso un giocatore importante. Dovevamo sicuramente fare meglio e me ne assumo la responsabilità", ha sottolineato il ds azzurro commentando anche l'arrivo sulla sirena di un Noah Okafor tutt'altro che in forma: "Non è vero che non ha passato le visite: è solo un po’ indietro fisicamente rispetto ai nostri parametri".
Detto questo non è il caso di buttarsi giù, bensì di provarci fino alla fine: "Non sono contento, ma non vogliamo assolutamente proibirci di sognare. Il nostro obiettivo è la Champions, vero, ma Antonio e i ragazzi stanno facendo qualcosa di straordinario". E la sensazione è che, anche se non lo dice, Conte è d'accordo con lui.