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Inter, Marotta: “Con cambio allenatore difficoltà fisiologiche, San Siro? Struttura fatiscente"

Giuseppe Marotta a San Siro
Giuseppe Marotta a San SiroALESSIO MORGESE / Alessio Morgese / DPPI via AFP

Il presidente nerazzurro invita alla pazienza dopo un avvio di campionato non brillante e lancia l’allarme sul futuro dello stadio: “San Siro è fatiscente, senza un nuovo accordo potremmo valutare alternative fuori Milano”.

"Bisogna avere pazienza, in campionato siamo in una fase altamente interlocutoria, alla quarta giornata, con un calendario che ci ha visto giocare alla terza giornata forse la partita più importante in trasferta. Ci deve essere molta calma. C'è stato il cambio di allenatore, di conseguenza è fisiologico che ci sia qualche difficoltà che negli anni passati non c'era". Beppe Marotta commenta così l'avvio non brillante dell'Inter, ferma a sei punti.

"Siamo convinti che la cultura del lavoro e i valori della squadra e dell'allenatore siano sufficienti per ricollocarsi dove giustamente noi vogliamo arrivare", ha spiegato il presidente nerazzurro ai microfoni di Radio Anch'io Sport su Rai Radio.

"Siamo molto contenti di aver lanciato due espressioni del nostro settore giovanile. Chivu ha fatto sei anni nel settore giovanile nerazzurro, vincendo due titoli nazionali con la Primavera; dall'altra un giovane cresciuto da noi, Pio Esposito. Questo è un aspetto che ci lusinga molto. Si dice sempre che le società non hanno il coraggio di lanciare giovani, mi pare che anche i grandi club stanno seguendo questa politica".

La situazione in classifica
La situazione in classificaFlashscore

"Preoccupato per San Siro, rischiamo di lasciare Milano"

"Milano è una delle città più attrattive d'Europa, Milan e Inter rappresentano due delle proprie eccellenze. Ciò nonostante, la città sta correndo il rischio di diventare marginale nel panorama calcistico. Non è più in grado di ospitare una finale di Champions, non sarà una delle città candidate ai prossimi Europei 2032". Il presidente dell'Inter Beppe Marotta evidenza la preoccupazione per il futuro dello stadio di San Siro.

"Tutto questo perché si è creato un dibattito politico, dove gli attori principali sono politici di trent'anni fa, molto conservatori, che non conoscono l'innovazione. San Siro va rispettato, è stato un contenitore di grandissime emozioni, rappresenta la storia di due club. Ma bisogna guardare avanti: è una struttura fatiscente, vetusta, che ha bisogno di manutenzione continua. Wembley è stato abbattuto e ricostruito, anche qui c'è un'esigenza forte di fare la stessa cosa".

"Vorremmo uno stadio nelle adiacenze di San Siro - prosegue Marotta -. Parliamo di investimenti privati, che sono frutto di investimenti dei due club. Porterebbe grandi vantaggi alla città in termini di strutture, occupazione, turismo. Noi oggi in Europa non siamo competitivi: al massimo Milan e Inter hanno incassato 80 milioni circa a testa, mentre in Europa ci sono club che incassano 300 milioni".

"Questo è un gap che ha degli effetti negativi in termini di competitività. In Europa, negli ultimi dieci anni, sono stati costruiti 153 nuovi stadi, in Italia ne sono stati appena ristrutturati 3, pari all'1%. Abbiamo la forte esigenza di avere uno stadio nuovo. Lo vogliamo fare a Milano, perché le due società sono di Milano. Ma se ci fossero difficoltà di questa natura, è evidente che ci guarderemo attorno e andremo a identificare dei siti fuori dal Comune di Milano".

"Vorremmo farlo assieme, Milan e Inter, è un accordo siglato da tempo. Si tratta di un investimento fatto da privati delle due società. Non verranno spesi soldi pubblici, neanche un euro".