Giuseppe Chinè è ora in possesso dell’audio che conferma la bestemmia pronunciata da Lautaro Martinez al termine della sfida tra Juventus e Inter, disputata all'Allianz Stadium. Un elemento che, pur rappresentando un nuovo e rilevante sviluppo, non avrà ripercussioni immediate sulla formazione che Simone Inzaghi schiererà contro il Napoli, dato che i tempi del procedimento sono più lunghi. Tuttavia, Lautaro è stato ritenuto colpevole di espressioni blasfeme e ora si troverà a dover decidere come procedere.
Alla luce delle prove raccolte, il deferimento appare ormai una conclusione inevitabile. L’attaccante argentino, quindi, è chiamato a scegliere se patteggiare, riducendo così la sanzione, oppure affrontare un processo dinanzi al Tribunale Federale Nazionale (TFN). In gioco c'è una giornata di squalifica, ma nel caso in cui optasse per il patteggiamento, la pena verrebbe ridotta a una semplice multa. È, dunque, molto probabile che Lautaro e l'Inter optino per questa soluzione.

Colto in flagrante
Se inizialmente il Giudice Sportivo non era intervenuto, a causa della mancanza di un audio chiaro che confermasse la frase blasfema, l'apertura di un fascicolo da parte della Procura ha modificato radicalmente l'orientamento del caso. Per condurre le sue indagini, Giuseppe Chinè ha richiesto a Dazn tutte le registrazioni video relative all’episodio e, alla fine, è stato individuato l’audio incriminato, che conferma in modo inequivocabile la bestemmia.
Come già accaduto in altre circostanze simili, è probabile che si arrivi a un patteggiamento, con Lautaro Martinez e l'Inter (per responsabilità oggettiva, essendo il giocatore tesserato con il club nerazzurro) che dovranno pagare un'ammenda. Tale sanzione, solitamente, si aggira intorno ai 10 mila euro per il calciatore e ai 5 mila per il club, con la comunicazione ufficiale dell'accordo tra le parti che potrebbe arrivare nelle prossime settimane.
Le tempistiche si sono rivelate decisive
In questo caso, la rapidità con cui è stato trovato l’audio incriminato ha avuto un ruolo determinante.
Se, infatti, le emittenti televisive avessero trasmesso immediatamente l'audio – dato che le immagini con il labiale della presunta bestemmia avevano già inondato i social nelle ore successive alla partita – il Giudice Sportivo, Gerardo Mastrandrea, avrebbe potuto squalificare Lautaro già nel comunicato ufficiale n. 170 del 18 febbraio.
Tuttavia, non venne nemmeno richiesto un supplemento di indagini, poiché non arrivò alcuna segnalazione dalla Procura federale. È stato solo qualche giorno dopo che Chinè e i suoi collaboratori hanno avviato un fascicolo, con tutti i video che sono giunti sul tavolo del Procuratore Federale solo all’inizio di questa settimana.