Era la partita della verità per Sassuolo e Torino, due squadre in cerca di continuità dopo i recenti risultati positivi. I neroverdi arrivavano da due risultati utili consecutivi, frutto del successo contro la Fiorentina e dell’ottimo pareggio strappato al Milan a San Siro; i granata, invece, erano chiamati a confermarsi dopo la vittoria di misura sulla Cremonese, alla ricerca del primo vero filotto stagionale.
Una gara tesa anche in chiave classifica. La formazione di Grosso andava a caccia di punti per alimentare il sogno europeo e, con una vittoria, agganciare il Como al settimo posto. Per il Toro, invece, la sfida rappresentava l’occasione di trovare quella continuità mai davvero avuta fin qui e di provare a dare uno strappo deciso dalla metà della graduatoria.
Cheddira salvato dal fuorigioco, il Sassuolo dal VAR
Il primo tempo racconta fin da subito una partita spezzettata, nervosa il giusto, scandita da un paio di sliding doors che avrebbero potuto cambiarne il volto, pur senza registrare tiri in porta da entrambe le parti.
A partire meglio è senza dubbio il Torino. Nei primi venti minuti la squadra di Baroni prende campo, alza il baricentro e costringe il Sassuolo a pensare più a difendersi che a costruire. Non fioccano le occasioni, ma l’inerzia è chiaramente granata: maggiore intensità, più seconde palle vinte e una costante sensazione di controllo. Il Sassuolo, al contrario, fatica a dare continuità al possesso, si affida a iniziative isolate e a qualche tentativo da lontano, senza mai impensierire davvero la porta avversaria, eccezion fatta per il clamoroso errore sotto porta di Cheddira, poi reso innocuo da una posizione di fuorigioco.
La gara si accende attorno alla mezz’ora. Doig perde una palla sanguinosa al limite dell’area, Pedersen ringrazia e serve un cross perfetto sul palo lontano: Zapata arriva tutto solo, ma a porta spalancata calcia incredibilmente alto. È la palla gol più nitida del primo tempo, quella che pesa sul giudizio complessivo e che fotografa meglio di ogni altra il momento favorevole del Toro.
Poco prima, però, c’era stato l’episodio più discusso: il rigore prima assegnato e poi cancellato ai granata dopo l’on field review. Richiamato dal VAR, l’arbitro Calzavara (all'esordio in A) individua un fallo di Tameze su Matic a inizio azione e revoca il penalty. Decisione corretta, ma che spezza il ritmo e contribuisce a rendere la partita ancora più frammentata e nervosa.
Col passare dei minuti, poi, il Sassuolo prova ad alzare la testa, mostrando qualche segnale di coraggio, ma senza mai arrivare al tiro in porta. Il Torino, dopo il suo momento migliore, abbassa leggermente i giri e gestisce, con il rimpianto di non aver sfruttato l’occasione più grande quando la partita sembrava pronta a girare dalla sua parte.
Simeone entra e incide, Vlasic ringrazia
Occasioni e rimpianti che si moltiplicano a inizio ripresa per la squadra di Baroni. I granata costruiscono la prima grande occasione della seconda frazione, mentre il Sassuolo prova a rispondere affidandosi alle iniziative di Volpato, tra i più vivaci dei neroverdi. Proprio il numero 7 tenta due conclusioni senza fortuna, senza però riuscire a inquadrare lo specchio.
Il Toro, poco dopo, sfiora clamorosamente il vantaggio con un errore incredibile di Lazaro. L’esterno austriaco, pescato da Vlasic sul secondo palo in corsa, apre il piattone sinistro da due passi ma calcia incredibilmente largo e alto, divorandosi una chance che sembrava solo da spingere in rete. Lazaro viene in parte “salvato” dal fischio tardivo dell’arbitro per un fallo di Adams a inizio azione: anche se avesse segnato, la rete non sarebbe stata convalidata.
Al 54’ arriva la sveglia del Sassuolo. Walukiewicz sfiora il gol al termine di una bella azione avviata ancora da Volpato: la palla arriva all’ex di turno, che lascia partire un destro potente sfiorando la traversa. È un sussulto isolato, più un segnale che una svolta reale.
La partita, infatti, torna presto sui binari granata. L’ingresso di Simeone al posto di Zapata rinfresca l’attacco del Torino, che ritrova energia e qualità nella metà campo avversaria. Il momento chiave arriva al 66’, vero spartiacque del match. Adams serve Simeone sulla destra, il pallone è leggermente debole e induce Doig all’anticipo. L’argentino è bravo a lasciar sfilare la palla e ad attaccare l’area: Doig arriva in ritardo e lo colpisce sul ginocchio, commettendo fallo.
È rigore netto. Dal dischetto si presenta Vlasic, che con freddezza spiazza il portiere e sblocca la gara, proprio come contro la Cremonese. Per il capitano granata è il quarto gol stagionale, il terzo consecutivo in Serie A, firma pesante su una partita che il Torino aveva a lungo accarezzato prima di riuscire finalmente a piegare. Non è un caso: da inizio novembre nessun giocatore ha preso parte a più gol in Serie A di Nikola Vlasic (sei, al pari di Lautaro Martínez), frutto di quattro reti e due assist.

Nel finale il Sassuolo prova a riaprirla, ma senza convinzione. Al 74’ Laurienté accende la corsia con una gran giocata e mette in mezzo un pallone invitante: Lipani, leggermente sbilanciato in avanti, colpisce di testa ma manda la sfera di poco sopra la traversa. Un’occasione che non cambia le sorti del match, perché il Torino si riporta in avanti e risponde subito: due minuti più tardi, Adams serve Simeone in contropiede, che va vicino al raddoppio, ma la sua conclusione viene respinta in angolo da Muric.
Al triplice fischio è quindi 0-1: il Toro porta a casa una vittoria pesante, tornando a vincere in trasferta dopo più di tre mesi. Il Sassuolo, invece, resta con la sensazione di aver retto a lungo, senza però riuscire a colpire nei momenti decisivi, e scivola così al decimo posto in classifica.
