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Il derby dei dubbi: la grinta granata di Vanoli contro l'obbligo di vincere di Motta

Il derby dell'andata è stato deciso dalle reti di Weah e Yildiz
Il derby dell'andata è stato deciso dalle reti di Weah e YildizALBERTO GANDOLFO / NurPhoto / NurPhoto via AFP
Il Torino non vince un derby dal 2015, mentre la Juventus è reduce dalle deludenti prestazioni contro la Fiorentina in campionato e il Milan in Supercoppa. E così, per entrambe le squadre, una volta arrivati al giro di boa, la parola d'ordine non può che essere una: "Svolta".

L'ultima vittoria del Torino nel derby risale al 2015. Da allora, i granata non sono più riusciti a regalare una gioia ai propri tifosi contro l'eterno rivale, quello con le strisce bianche e nere. Nelle ultime 21 stracittadine, infatti, si sono registrati pochi pareggio e tante vittorie della Juventus, come quella dello scorso 9 novembre, quando Timothy Weah e Kenan Yldiz misero la propria firma sul 2-0 finale.

Non a caso, alla vigilia della gara di domani pomeriggio, è stato lo stesso Paolo Vanoli ad assicurare che farebbe di "tutto" per "ottenere una vittoria dopo tante sofferenze. So quanto manca alla nostra gente".

Il Derby della Mole
Il Derby della MoleFlashscore

La buona notizia è che, per sua stessa ammissione, dopo la grave sbandata autunnale (una sola vittoria tra il 24 settembre e il 7 dicembre), "da un mese vedo che la squadra si sta avvicinando al mio carattere. Servono organizzazione, cuore e passione. Il derby può essere la partita della svolta, non solo per il risultato ma anche per la prestazione".

Concretezza

Difficile dargli torto. Tuttavia, il suo problema è che, di fronte, il suo Toro si ritroverà un rivale con la stessa necessità di raccogliere i tre punti e, allo stesso modo, di rendersi protagonista di una prova convincente dopo le ultime, tutt'altro che esaltanti, uscite.

Sia il pareggio contro la Fiorentina che la rimonta subita contro il Milan hanno messo in evidenza i limiti della squadra di Thiago Motta quando si tratta di gestire un risultato corto, segnale evidente dell'incapacità dimantenere alta la concentrazione quando si è sotto pressione.

Gli ultimi incontri della Juventus
Gli ultimi incontri della JuventusFlashscore

Un problema che ha messo in evidenza anche Angelo Di Livioin un'intervista concessa a Diretta: "La mia Juve non è stata la più forte della storia, ma ogni partita per noi era una finale. Giocavamo alla morte tutte le gare. Non eravamo sempre bellissimi, ma eravamo molto concreti. Ed è questo, forse, a mancare a questa squadra: un po' più di concretezza. Anche nel portare a casa vittorie di misura: 1-0, 2-1...".

Grinta granata

La tradizione vincente bianconera, nel caso de Toro, diventa la proverbiale grinta granata. Quella di cui avranno bisogno Ricci e compagni per ribaltare i pronostici. Aspetto sul quale Vanoli - che ha, non a caso, aperto l'allenamento di oggi ai propri tifosi - ha fatto sapere di aver cominciato a lavorare.

"Sto cercando di far capire a tutti questi giocatori cosa sia il Torino. L'ho fatto con dei video sulla storia del club, l'ho fatto facendo intervenire qualche ex giocatore, lo faccio coi giovani nel quotidiano. Sappiamo che il derby è a sé, ma i punti contano, bisogna giocarli con la mentalità di vincere, con quella mentalità, voglio trasferire questo: non solo giocare bene".

Obbligo di vincere

Dalla sua Thiago Motta si è dovuto difendere dalle accuse di non dare molta importanza alla vittoria: "Voglio vincere, ma non ho l'ossessione", aveva dichiarato alla vigilia della gara di Supercoppa. Un peccato mortale per un club dove si vive solo ed esclusivamente per questo: "Nessuna polemica. Ho espresso perfettamente che vincere è la cosa più importante e che sono venuto qui proprio per continuare a farlo".

E non c'è dubbio che il giro di boa sia il momento giusto, anche per lui, per lasciarsi alle spalle i dubbi: "In queste 26 partite abbiamo perso solo due volte con una rosa molto giovane e abbiamo fatto buone prestazioni. Poi c'è stato qualche pareggio di troppo, oltre a infortuni che non sono mai stati un alibi".

Di certo, non poter contare, contemporaneamente sugli infortunati Vlahovic, Conceiçao, Bremer, Cabal e Milik e sullo squalificato Locatelli non è il massimo. Tuttavia, contro il Torino, quello degli assenti non può davvero essere un alibi perché, per dirla con Vanoli "la Juve è forte anche senza Vlahovic e Conceiçao". O, quantomeno, dovrebbe esserlo.

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