I sardi passano in vantaggio con Borrelli, approfittando di un episodio favorevole, ma Kabasele ristabilisce l’equilibrio. L’Udinese preme con continuità, crea occasioni nitide, ma Zaniolo e Bayo sprecano chance clamorose, lasciando l’amaro in bocca ai friulani.
Al Bluenergy Stadium Udinese e Cagliari mettono in scena un duello vibrante, chiudendo sull’1-1 dopo novanta minuti di grande intensità.
I sardi passano in vantaggio con Borrelli, sfruttando un episodio fortunoso, ma Kabasele risponde con freddezza ristabilendo l’equilibrio. L’Udinese spinge con insistenza ma spreca grandi occasioni con Zaniolo e Bayo nel finale, chiudendo con il rammarico di non essere riuscita a completare la rimonta.
I legni frenano l'Udinese, Borrelli punisce
L’Udinese entra in campo con determinazione, prendendo subito in mano il pallino del gioco e tessendo trame pazienti sulle fasce. Al minuto 8, una leggerezza difensiva di Palestra regala a Zaniolo l’opportunità di scoccare un mancino potente che si stampa contro il palo: un segnale chiaro della voglia dei friulani di imporsi.
I padroni di casa continuano a fare pressione, con cross di Zanoli e conclusioni di Atta e Piotrowski che tengono il Cagliari sulle spine. Ma ogni azione incontra la resistenza di Caprile, che con interventi precisi e reattivi si conferma un autentico muro tra i pali.
Il calcio, però, è fatto di episodi e al 26’ arriva la doccia fredda per l’Udinese. Una carambola in area offre a Gennaro Borrelli la chance perfetta: controllo rapido, porta praticamente sguarnita, e il Cagliari passa in vantaggio con il primo gol in Serie A dell'ex Brescia. La rete è anche un gesto di cuore: Borrelli la dedica al "Gallo" Belotti, compagno di squadra, costretto a fermarsi per sei mesi a causa della lesione del legamento crociato anteriore.
Il vantaggio ospite scuote la squadra di casa, che non si abbatte e riprende subito a spingere, cercando di riprendere il filo della partita con intensità e organizzazione.
Le occasioni non mancano: al 41’ Atta colpisce la traversa di testa su un cross calibrato da Davis, mentre altre due conclusioni ravvicinate di Piotrowski e Davis vengono neutralizzate da un Caprile sempre attento. Il primo tempo si chiude così con un paradosso: Udinese padrona del gioco e del possesso, ma costretta ad inseguire il risultato contro un Cagliari cinico e chirurgico, abile a sfruttare l’unico episodio favorevole.
Kabasele pareggia, Zaniolo spreca
Il secondo tempo riparte con i friulani subito proiettati in avanti, determinati a ribaltare il risultato. Al 48’, Goghlichidze si trova a tu per tu con Caprile, ma il suo sinistro ravvicinato termina a lato: un’occasione sfiorata che mantiene alta la pressione friulana e infonde entusiasmo nei tifosi del Dacia Arena.
La partita attraversa una fase di equilibrio, con ritmi leggermente più bassi e squadre attente a non scoprirsi, fino a quando al 58’ arriva la scintilla che riaccende la sfida. Christian Kabasele sfrutta alla perfezione la sponda di Solet: un clamoroso buco difensivo di Adopo e Zé Pedro spalanca la porta e il belga non trema, devìa il pallone con freddezza e batte Caprile, riportando l’1-1 e infondendo nuova linfa all’Udinese.
Il Cagliari cerca di reagire, tentando ripartenze rapide. Al 70’ Di Pardo prova a scatenare il contropiede, ma un passaggio impreciso spegne l’azione prima ancora che possa diventare pericolosa. Cinque minuti più tardi, un errore in uscita di Deiola regala palla a Davis, che serve immediatamente Zaniolo a porta praticamente vuota. L’ex giallorosso calcia sopra la traversa: un’occasione clamorosa sprecata che segna anche il suo addio al campo, con Runjaic che inserisce Bayo per gli ultimi minuti.
Fino al triplice fischio, le due difese reggono, seppur non senza rischi: un diagonale di Luvumbo lambisce il palo, mentre un sinistro di Bayo termina di poco alto a porta spalancata dopo il miracolo di Caprile su Davis. Al fischio finale, l’equilibrio regna sovrano: un pari che restituisce morale all’Udinese dopo due sconfitte consecutive e regala al Cagliari il quarto risultato utile della stagione, in una partita vibrante e combattuta fino all’ultimo pallone.