Non è stato un match come gli altri, Genoa-Fiorentina. Non poteva esserlo. Perché dentro i novanta minuti del “Ferraris” si è intrecciato molto più di un semplice confronto di classifica: c’erano due squadre ferite, due panchine nuove di zecca e due uomini che portano addosso la stessa urgenza di ricominciare.
Da una parte Daniele De Rossi, nuovo tecnico rossoblù, in tribuna per scontare la squalifica rimediata - ironia del destino - proprio contro il Genoa quando sedeva sulla panchina della Roma. Dall’altra Paolo Vanoli, al ritorno in Serie A dopo la parentesi torinese, chiamato a riaccendere la scintilla di una Fiorentina smarrita e senza certezze.
Una sfida nel segno del debutto, ma anche della storia: non accadeva da ben diciotto anni che due allenatori subentrati a colleghi esonerati si affrontassero subito nella gara successiva. L’ultima volta fu nel 2006/07, Torino-Cagliari, De Biasi contro Giampaolo (vinsero i sardi 1-0).
Botta e risposta al "Ferraris"
L’atmosfera, fin dal fischio d’inizio, è stata elettrica. Il pubblico genoano ha accolto la nuova era con entusiasmo e rumore, mentre in campo il 3-5-2 speculare dei due tecnici ha prodotto un primo tempo intenso, pieno di duelli e ribaltamenti di fronte.
Il Genoa parte meglio, più sciolto e più convinto. Thorsby si inserisce due volte in area e fa tremare la retroguardia ospite nei primi minuti, preludio a un vantaggio che arriva presto. Al 15’, punizione dalla destra: Aaron Martin pennella, la difesa viola resta immobile, e Ostigard, sul filo del fuorigioco, incorna in rete per l’1-0. È il suo secondo gol consecutivo, dopo quello di Reggio Emilia, e il “Ferraris” esplode. In tribuna, De Rossi applaude e sorride, il suo vice Giacomazzi in panchina fa lo stesso.
Ma la gioia dura poco. Appena tre minuti dopo, al 18’, un episodio riporta la partita in equilibrio. Colombo tocca ingenuamente di mano in area sugli sviluppi di un corner: rigore netto. Dal dischetto si presenta Gudmundsson, grande ex della sfida, che spiazza Leali e ristabilisce l’1-1.
La partita si assesta ma non si spegne. Il ritmo resta alto, anche se le idee cominciano a diradarsi. Il Genoa costruisce soprattutto sulle fasce: Norton-Cuffy spinge con continuità a destra, mentre Aaron Martin si conferma il più ispirato, pericoloso con i suoi cross tesi e sempre puntuale nei rientri.
La Fiorentina invece cerca la profondità con meno lucidità. Vanoli, privo del suo riferimento offensivo Moise Kean (out per una contusione alla tibia rimediata col Mainz), si affida al movimento tra le linee di Mandragora e alle incursioni centrali di Gudmundsson, ma la manovra resta prevedibile. Solo al 36’ arriva un vero brivido: cross dalla sinistra, Mandragora si allunga in spaccata, ma Leali blocca in due tempi.
Il primo tempo si chiude con un’ultima occasione rossoblù: al 44’ ancora Martin protagonista con un cross morbido, Marcandalli stacca bene di testa ma trova pronto de Gea a sigillare il pareggio prima dell’intervallo.
de Gea salva la viola
Dopo una prima frazione vivace e superiore agli standard recenti di entrambe, il secondo tempo non delude le aspettative. Le due squadre rientrano in campo con la stessa intensità, ma è il Genoa a prendere subito il controllo del gioco. La squadra di De Rossi riparte con convinzione, spinta da un “Ferraris” che non smette di crederci.
Nemmeno cinque minuti e arriva l’episodio che potrebbe cambiare il destino del match. Cross dalla destra, pallone sul secondo palo e Ranieri, nel tentativo di spazzare, liscia clamorosamente, colpendo poi di braccio. L’arbitro inizialmente lascia correre, ma il richiamo del VAR è inevitabile: rigore per il Genoa.
Sul dischetto si presenta Colombo, alla ricerca di un segnale in una stagione fin qui complicata. La rincorsa è breve, l’attesa lunga. Il tiro è potente al punto giusto ma non angolatissimo, e de Gea, con un riflesso da campione, respinge.
Il Genoa però non si abbatte. Continua a spingere, con ordine e carattere, mentre la Fiorentina fatica a uscire dalla propria metà campo. Ma, come spesso accade nel calcio, la beffa arriva nel momento di massima fiducia: al 57’, primo vero affondo viola della ripresa. Sohm riceve sulla trequarti, trova un corridoio perfetto e serve Piccoli in area. Sinistro di prima intenzione e palla nell’angolo. È il 2-1, e Vanoli esplode di gioia in panchina.
Ma il vantaggio viola dura pochissimo. Il Genoa reagisce con orgoglio, senza smarrire lucidità. Due minuti più tardi, sugli sviluppi di un’azione confusa in area, la palla resta lì, rimbalza fra maglie viola e piedi rossoblù, fino a finire tra quelli di Colombo che, da terra, riesce a spingerla oltre la linea. È il 2-2, stavolta liberatorio, accolto da un boato che scuote gli spalti.
Da lì in avanti la partita resta viva, ma non trova un padrone. Al 74’ Piccoli sfiora la doppietta con un destro potente dal limite, ma Leali vola e devia in angolo. È l’ultima vera emozione di un match combattuto, intenso, a tratti caotico ma mai banale.

Il triplice fischio congela così il risultato sul 2-2: un pareggio che non muove la classifica ma muove qualcosa dentro. Per il Genoa, terzultimo, è un segnale di carattere; per la Fiorentina, ancora fanalino di coda, è forse l’inizio di una nuova stagione dentro la stagione, un piccolo passo che può diventare ripartenza.
