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Flashback: Napoli-Inter, quando l’ultima sfida scudetto favorì il terzo incomodo

Dzeko viene portato in trionfo dai compagni
Dzeko viene portato in trionfo dai compagniAlberto Pizzoli/AFP
Il 12 febbraio del 2022 partenopei e nerazzurri si sfidarono al Maradona rispettivamente da secondi e primi in classifica. Una situazione simile a quella di adesso, con un Milan che approfittò del pari di Fuorigrotta per superare entrambe le rivali e imporsi a posteriori nella volata finale

Era cerchiata con un pennarello rosso da tempo, la sfida tra Napoli e Inter in programma questo weekend. Il tutto nonostante la data ufficiale sia stata rivelata solo pochi giorni fa. Le due squadre da più tempo al top del campionato attuale si affronteranno in una sfida Scudetto che, nonostante le 11 partite che mancheranno al fischio finale, potrebbe risultare cruciale per tracciare il trend.

E nonostante si tratti delle due ultime vincitrici del campionato, l'ultimo scontro con qualcosa di pesante davvero in palio risale al 12 febbraio 2022, quando la terza litigante era il Milan, che alla fine della fiera sarebbe poi arrivata prima in barba soprattutto ai cugini. 

Prima della serata di Fuorigrotta, la squadra allora allenata da Luciano Spalletti aveva 52 punti, uno in meno di quella guidata da Simone Inzaghi. La situazione, a bocce ferme, è dunque praticamente la stessa, seppur i rossoneri vantavano all'epoca gli stessi punti dei partenopei. L'Atalanta, che oggi è la terza incomoda, è in questo momento a due lunghezze dal Napoli e a tre dall'Inter. 

Un punto vuoto

In quell'occasione, con Farris in panchina, per i nerazzurri in avanti Lautaro Martinez accompagnava Edin Dzeko, il cui gol a inizio ripresa aveva fatto pari e patta con il rigore trasformato da Lorenzo Insigne al settimo del primo tempo. Per i padroni di casa Piotr Zielinski aveva poi preso il palo, sfiorando così il 2-0. Gli ospiti, così, si tennero in piedi e nel secondo tempo riuscirono a premere anche di più, approfittando del calo fisico di un Napoli che nel finale sembrò non voler spingere per trovare la vittoria. 

Nei secondi 45 minuti i partenopei erano sembrati sulle gambe, nonostante alcune fiammate firmate da Osimhen. I nerazzurri, invece, erano cresciuti col tempo e sembravano indirizzati loro a dominare il finale di campionato, nonostante il sorpasso del Milan. Lo scivolone di Bologna avrebbe poi condannato la squadra di Inzaghi, ma questa è un'altra storia. La realtà di quella sera napoletana fu che, pur di non perdere, nessuna delle due cercò di fare il passo più lungo della gamba.

Gli ultimi precedenti
Gli ultimi precedentiFlashscore

Similitudini

Oggi, i nerazzurri vantano 57 punti contro i 56 dei partenopei. Tre anni fa, con due gare in meno disputate, l'Inter vantava 53 punti contro i 52 del Napoli. Una differenza di quattro punti in 180 minuti. Anche in quell'occasione la squadra lombarda contava su un migliore attacco con 55 reti segnate contro le 45 dei campani, che però ne avevano subite solo 16 rispetto alle 21 dei rivali. Oggi, invece, Lautaro e compagni hanno all'attivo 59 gol contro i 42 dell'undici guidato da Di Lorenzo, mentre le difese hanno incassato rispettivamente 24 e 21 reti. Uno scenario, dunque, non troppo lontano da quello di allora con i due attuali capitani che all'epoca avevano giocato tutto l'incontro.

In quella serata napoletana come titolare per Spalletti, oltre a Di Lorenzo, c'erano Rrahmani, Lobotka e Politano, mentre Inzaghi aveva fatto partire Dimarco - da braccetto sinistro della difesa -, Barella, Lautaro, Dumfries e Calhanoglu, quest'ultimo però da interno di centrocampo. Sono vari, dunque, gli elementi che riportano a quella serata in cui, a causa delle misure Covid ci furono solo 32.000 spettatori, le due duellanti si divisero la posta e persero due punti importanti nella corsa Scudetto, a beneficio del Milan.

La top 5 della classifica attuale
La top 5 della classifica attualeFlashscore

Quella sera, tuttavia, si capì che il motore dei partenopei era arrivato al massimo e sarebbe stato difficile andare avanti a ritmi sostenuti. Un po' l'impressione che si ha adesso dopo che gli azzurri hanno perso punti, mordente e condizione fisica in un febbraio orribile. La prova del fuoco, però, sarà per entrambe, con Zielinski e Lukaku come grandi ex sotto il minaccioso giudizio di un Maradona che al polacco riserverà fischi e richiederà invece uno scatto al belga, ultimamente apparso molto appannato. 

In questo momento, non stiamo parlando più delle due schiacciasassi che hanno dominato in Italia nel penultimo e nell'ultimo torneo, ma di due realtà che da inizio campionato hanno comunque fatto capire di volerci provare fino alla fine. La sfida di questo weekend sarà una prova fondamentale più di quella di tre anni fa, anche perché in gioco ci sono meno partite. Ma proprio perché le due contendenti non hanno più quella corazza indistruttibile che le ha caratterizzate recentemente. In questo, il paragone con il match del 2022 è ancora più calzante.