De Laurentiis: "Avrei dovuto cacciare Garcia subito, la sentenza della corte europea è epocale"

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De Laurentiis ammette il suo errore capitale: "Avrei dovuto cacciare Garcia il primo giorno"
De Laurentiis ammette il suo errore capitale: "Avrei dovuto cacciare Garcia il primo giorno"AFP

Il patron del Napoli rivela il suo sconcerto nel momento della presentazione del tecnico francese al bosco di Capodimonte e si pronuncia a favore della Superlega

Intervistato dal Corriere dello Sport, Aurelio De Laurentiis ha riconosciuto di essersi sbagliato ingaggiando Rudi Garcia come allenatore del Napoli. E lo ha fatto senza mezzi termini, ammettendo di aver capito subito di essersi sbagliato il giorno stesso della presentazione al bosco di Capodimonte: "Avrei dovuto fare un coup de Théatre e dire: ve l’ho presentato, però adesso se ne va. Perché uno che arriva e dice: io non conosco il Napoli, non ho mai visto una partita… Avrei dovuto capire. E invece l’ho preso a ridere. Il fatto è che l’ha ripetuto altre volte". 

Inoltre, per Adl il francese è stato responsabile anche di un altro addio importante, ossia quello del preparatore atletico Francesco Sinatti, cacciato dall'allenatore francese: "Sarebbe bastato che praticasse lo stesso calcio di Spalletti. Invece ha preteso che mandassi via un preparatore perfetto, per chiamarne uno che… Me l’avevano detto: questo t’imballa i giocatori. Sono dovuto restare a Castel Volturno da mattina a sera".

Superlega

Interrogato poi sulla sentenza della corte europea che apre allo scenario della Superlega, il presidente del club partenopeo ha dichiarato: "È una sentenza epocale. Chi ha governato fin qui da monopolista non ha compreso che il calcio è un’impresa e ha bisogno di fatturati crescenti. Questa sentenza ci esorta a cambiare regole".

Dopo aver inoltre affermato di aver parlato con Florentino Perez, con il quale conferma di aver trovato un accordo, De Laurentiis ha poi continuato: "Farei subito una serie E, dove E sta per élite. Sole squadre di città con un numero rilevante di tifosi. Un Palermo che dà garanzie economiche non può fare la trafila dalla serie D. Un Bari che ha un bacino di un milione duecentomila fan non può stare dove sta. Mentre in prima serie ti trovi città di ventimila abitanti che non fanno diecimila biglietti".

La sua idea è chiara: "Alle sette, otto squadre che egemonizzano la classifica, aggiungiamone altre sette che possono avere le stesse ambizioni. E chiudiamo a 14 posti nella serie d’élite. Poi due gironi di Serie A da venti squadre. E il resto è dilettantismo, che funga da vivaio. Retrocessioni? No, non ci sarebbero, come il basket in America. Che ha i palazzetti strapieni. Vai a vedere i Lakers e non riesci a trovare un biglietto. Poi chiediti quanto incassano".

Su Elmas e il mercato

Interrogato sulla questione Elmas, che sembra ormai destinato al Lipsia, il presidente del Napoli ha confermato la sua partenza: "Elmas è già venduto. È uno che vuole giocare sempre, non ha capito che si è titolari anche se non si fanno novanta minuti".

La chiusura, infine, è sul mercato di riparazione: "Faremo Almeno tre operazioni. Devo rinforzare la difesa con un centrale e con un terzino destro, per avere un rincalzo di Di Lorenzo. E poi prendere un centrocampista, forse due".