Flashscore ha visitato gli uffici della Qatar Stars League, la massima divisione del paese, per scoprire di più sulla strategia sportiva in Qatar e su come si differenzi dai grandi investimenti della Saudi Pro League, protagonista delle ultime finestre di mercato.
La parola 'sostenibile' forse non viene subito in mente pensando al Qatar, ai suoi grattacieli lussuosi e all’aria condizionata ovunque, ma se collegata alla sua strategia calcistica, acquista senso.
Non è sempre stato così. "Vent’anni fa dovevamo farci notare, così portavamo qui giocatori come Batistuta o Effenberg," racconta Ahmed Abbassi, Direttore Esecutivo delle Competizioni e dello Sviluppo Calcistico della lega.
"Ma ora siamo ben oltre quella fase. Rispettiamo ciò che sta facendo l’Arabia Saudita, ma noi abbiamo scelto una strada diversa."
Dall’altra parte del Golfo, la Saudi Pro League ha fatto parlare di sé con acquisti di spicco come Cristiano Ronaldo e Neymar, e per le cifre da capogiro spese sul mercato.
Anche il Qatar vanta nomi noti provenienti dai principali campionati europei, ma ha scelto un modello più discreto. Grazie a questa strategia, il valore di mercato della QSL è passato da 150 milioni di euro nel 2020/21 a 450 milioni nella stagione attuale.
"Per noi è fondamentale offrire un calcio attraente, competitivo e sostenibile," spiega Abbassi. "Sostenibile nella crescita della lega e della nostra nazionale, ma anche dal punto di vista finanziario. È un aspetto chiave nella costruzione della nostra governance, delle regole e nella tutela dei giocatori locali, pur accogliendo stranieri che portano valore."

Questo significa anche che il Qatar non vuole essere una meta di lusso per giocatori a fine carriera. Circa il 35% degli stranieri della QSL ha meno di 25 anni.
Alcuni sono nomi di rilievo, altri giovani promettenti. Ad esempio, Al-Sadd, il club più titolato del paese, schiera il campione esperto Roberto Firmino in attacco, ma tra gli acquisti europei c’è anche Pau Prim, un talento di 19 anni cresciuto nella cantera del Barcellona.
"Il nome da solo non basta; conta la prestazione," sottolinea Abbassi.
Regolamenti finanziari unici
La QSL non è tenuta a rispettare le regole del Financial Fair Play, che sono state introdotte dalla UEFA. Ha invece creato un proprio sistema chiamato 'Controllo Finanziario'.
Ogni club stabilisce il proprio budget in base a sponsorizzazioni e diritti televisivi. Quel budget viene trasferito direttamente su un conto gestito dalla lega, garantendo piena trasparenza alla QSL.
"Così ci assicuriamo che tutti vengano pagati puntualmente. Allenatori, giocatori, tutti," spiega Abbassi. "Ritardi nei pagamenti si verificano anche nei principali campionati europei, e noi volevamo evitarlo," aggiunge.

Le regole sono semplici: niente liquidità? Niente acquisti. "Non puoi ingaggiare un giocatore o un allenatore se non hai già il budget disponibile sul conto," dice Abbassi.
"Con il FFP puoi pensare a un finanziamento dilazionato negli anni. Da noi, devi avere subito i soldi. Non c’è margine di manovra."
Il risultato non è solo l’assenza di debiti in tutta la lega, ma soprattutto una crescente credibilità nel mondo del calcio. "Questa regola ha migliorato la nostra immagine nel panorama calcistico," aggiunge Abbassi. "Ha dimostrato che abbiamo una struttura professionale."
Fare ciò che serve
L’ex arbitro FIFA Hani Ballan è CEO della QSL da oltre dieci anni ed è tra i leader che stanno trasformando il Qatar in un polo sportivo globale. Non solo per il calcio, anche se è il suo principale interesse.
"Abbiamo un detto qui: non facciamo solo del nostro meglio, facciamo ciò che serve," afferma Ballan. "Vale per l’organizzazione del Mondiale FIFA, per la crescita della nostra lega, per qualsiasi evento futuro."
La prossima fase è già in corso. Il Qatar ospiterà la FIBA Basketball World Cup 2027 e le autorità hanno manifestato interesse per la candidatura alle Olimpiadi del 2036. Entrambi gli eventi rientrano in una visione nazionale che considera lo sport un investimento a lungo termine nell’immagine e nell’identità, ma anche nelle infrastrutture.

Gli stadi costruiti per il Mondiale 2022 vengono ancora utilizzati oggi per il calcio e per la Diamond League, e uno di essi ospiterà anche una parte del torneo di basket tra due anni.
"Prima del Mondiale c’erano molte domande," ricorda Ballan. "Ma alla fine è stato straordinario. Nessuno può mettere in dubbio la nostra capacità organizzativa, l’ospitalità… È stato un evento enorme per noi e ci ha permesso di crescere ancora."
Parlando con i dirigenti sportivi di Doha, emerge chiaramente un obiettivo: sfruttare il modello del Mondiale FIFA che ha dato al Qatar visibilità internazionale e costruire su questa base per garantire che tifosi e atleti siano felici di partecipare a un torneo nel paese.
"Non imponiamo gerarchie," assicura Ballan. "Lavoriamo tutti insieme per la crescita comune del paese e della regione."
