Nessuno si sarebbe aspettato un inizio così scoppiettante all'Ulleevaal Stadion di Oslo. Perché dopo poco più di cinque minuti i padroni di casa della Norvegia avevano l'occasione di portarsi avanti dopo un rigore assegnato dopo la revisione del VAR. Nessun altro, però, si sarebbe aspettato che Erling Haaland potesse sbagliare due calci di rigore in altrettanti minuti. Il portiere di Israele, Daniel Peretz, annullava la prima e la seconda conclusione, quest'ultima autorizzata dopo che il primo tentativo aveva visto l'estremo difensore ospite partire prima dalla linea di porta.
La resistenza avversaria, però, durava meno di venti minuti. Perché dopo una bella incursione sulla destra di Sorloth, alla quale seguiva un cross felpato, il colpo di testa di Nusa trovava la deviazione decisiva di Khalaili, che imprimeva un effetto decisivo per sorprendere Peretz. Una volta rotto il primo anello della catena, gli scandinavi dilagavano: prima della mezz'ora Haaland trovava la sua redenzione con un destro secco, e un solo minuto più tardi un rinvio sballato di Peretz trovava il corpo di Nachmias, generando l'autorete del 3-0.
Sempre Haaland
Una volta messo in ghiaccio l'esito dell'incontro, gli scandinavi si sono limitati a gestire il vantaggio, togliendo il piede dall'acceleratore. Tuttavia, erano sempre in controllo, e non hanno rinunciato ad attaccare e a creare gioco. Al 63esimo, infatti, arrivava il 4-0 siglato da Haaland, che con un colpo di testa determinato concretizzava uno splendido crossa dalla sinistra di uno scatenato Nusa.
Al 72esimo il copione si ripeteva, con Nusa che tracciava un cross vellutato sul quale Haaland di testa appoggiava con facilità dopo essersi ben piazzato sul secondo palo. Con questa segnatura l'attaccante del Manchester City trovava il gol numero 51 in sole 46 presenze con la sua nazionale, confermando una media di due reti a partite in questa sessione di qualificazioni mondiali.
L'esibizione dei norvegesi, tuttavia, era esaltata soprattutto da un collettivo che sembra in apoteosi totale. Senza il capitano e faro Martin Odegaard, i ragazzi di Ståle Solbakken hanno dato prova di un'organizzazione totale, che è sfociata in una cinquina sferrata con una calma quasi irreale. Il primo posto del girone è ormai a portata di mano. Ed è meritatissimo.
Per l'Italia, che vede scappare la nave vichinga, la buona notizia è che Israele è duramente ferito, e che la sua sconfitta permette alla squadra di Gennaro Gattuso di dipendere da sé stessa per blindare il secondo posto.
