Era andata in casa della Norvegia per partire nel modo giusto nel percorso verso i prossimi Mondiali, l'Italia di Luciano Spalletti. Ma non è stato affatto così. Anzi. Perché quella di Oslo è stata una debacle in tutti i sensi, e compromette già in modo importante il cammino verso l'evento iridato. Una figuraccia senza mezzi termini per gli azzurri, che al 42esimo avevano già compromesso tutto.
Le due ore di pioggia prima dell'inizio dell'incontro avevano irrigato non poco il manto erboso dell'Ullevaal Stadion, dove il più ispirato fin dall'inizio era quel Nusa che a 20 anni ha tutta la fame di chi vuole prendersi Europa e mondo. L'esterno sinistro in forza al Lipsia veniva cercato spesso all'inizio, mentre Sortloth si muoveva per creare spazi per Haaland, preso in consegna dal debuttante Coppola.
Al 14esimo, dopo un lancio a cambiare gioco di Bastoni, arrivava il primo contropiede letale degli scandinavi, con Nusa che imbeccava in verticale con i tempi giusti proprio Sorloth, che puniva Donnarumma col sinistro essendo mantenuto in gioco proprio dal difensore interista.
Il colpo vincente incrementava la fiducia nei padroni di casa, mentre gli azzurri non trovavano linee di passaggio. Toccava a Raspadori scendere molto per legare il gioco, ed era suo il primo tentativo, velleitario e senza fortuna, al 25esimo da posizione defilata.
Alla mezz'ora di gioco il capitano azzurro doveva salvare nuovamente su Sorloth, che puntava a sorprenderlo sul primo palo. Ma la veemenza dei padroni di casa era inarrestabile, e al 34esimo dopo un recupero in mezzo al campo Nusa andava via alla sua maniera dalla sinistra, si accentrava ed esplodeva un destro secco sotto la traversa.
L'Italia era in bambola, e dopo un tentativo di distendersi in avanti Tonali perdeva palla e sul filtrante seguente di Odegaard Haaland partiva sul filo del fuorigioco per poi lasciare secco il portiere azzurro e depositare in porta il pallone del 3-0. Il colpo d'ascia del vichingo, che arrivava al 41esimo gol in 42 partite in nazionale, tagliava le gambe agli azzurri, mai apparsi così inermi, neanche un anno fa all'Europeo 2024.
E così, mentre la pioggia non smetteva di toccare l'erba, gli azzurri rientravano in campo dopo l'intervallo con in campo Frattesi per un impalpabile Rovella. E non a caso era l'incursore interista a presentarsi sotto la porta avversaria dopo pochi minuti, ma senza agganciare un bel tacco di Raspadori. Eppure, era solo un fuoco di paglia, perché in mezzo al campo c'era solo una squadra, quella di casa, che al 65esimo sfiorava il quarto gol con una botta del subentrato Berg che si stampava violentemente sul palo.
Spalletti cercava uno scatto dando spazio a Orsolini e Lucca per Zappacosta e Retegui, ma chi si distingueva di più tra gli azzurri era Coppola, il cui spirito di sacrificio gli permetteva di tenere botta contro Haaland, al quale erano più che propizie le circostanze per partire la contrattacco. Chi danzava col pallone tra l'umidità dei ciuffi d'erba era capitan Odegaard, che nel finale nascondeva la palla e la nascondeva dagli azzurri, che apparevano ancora più imbambolati di prima.

E così, tra gli "olé" del pubblico norvegese, lo scontro, se si può definire tale vista la disparità di rendimento dimostrata, andava morendo pian piano. Per Spalletti arriva una bastonata sonora e che potrebbe lasciare strascichi nell'economia nel lungo periodo della qualificazione. Con due partite in più, Haaland e soci sono già a sei punti di vantaggio.
Uno scenario che mette tantissima pressione a un'Italia apparsa non solo senza qualità ma anche senza voglia. Lunedì contro la Moldavia, è già un test da dentro o fuori. E si spera che non piova come oggi a Oslo, dove l'acqua scesa eternamente ha spento fin da subito il fuoco azzurro.