Questa sera, alle 20:45, il Mapei Stadium di Reggio Emilia sarà il teatro dell’ultima sfida di Luciano Spalletti alla guida della Nazionale italiana. In attesa dell’ufficialità dell’esonero, con la risoluzione del contratto prevista per domani, Spalletti proverà a chiudere il suo ciclo con una vittoria contro la Moldavia, squadra che occupa il 154º posto nel ranking FIFA.
Sulla carta, potrebbe sembrare una sfida scontata, spesso affrontata con leggerezza data la netta differenza tecnica tra le due formazioni. Ma la realtà è un’altra: un’Italia ferita, scossa dalla pesante batosta subita in Norvegia, si presenta più imprevedibile che mai e con l’assoluta urgenza di punti e gol per rialzarsi e tenere viva la speranza di qualificazione ai Mondiali 2026.
Fare punti e farli alla svelta
Di fronte, una squadra reduce da due cocenti sconfitte casalinghe - 5-0 con la Norvegia di Haaland e Ødegaard, poi 3-2 contro l’Estonia -, che si presenta per la prima volta in trasferta nelle qualificazioni del Gruppo I, determinata a giocarsi ogni chance e a complicare i piani degli Azzurri.
L’Italia, invece, resta a quota zero punti, ma con due partite da recuperare rispetto a Estonia, Israele e Norvegia, attuale leader del girone con 9 punti su 9. Il primo posto resta l’obiettivo sacro: garantirebbe la qualificazione diretta al Mondiale. Un traguardo reso però estremamente difficile dopo la débâcle di Oslo.
Il secondo posto, invece, significherebbe affrontare i playoff, una strada maledetta per l’Italia che negli ultimi anni ha visto svanire i sogni mondiali dopo i ko contro Svezia e Macedonia del Nord, rimanendo fuori dal palcoscenico più grande del calcio. Ecco perché questa sera, a Reggio Emilia, non si gioca una semplice partita. Si gioca la dignità. Si gioca il futuro.
Ritrovare dignità e aprire un nuovo ciclo
In attesa di conoscere il destino della panchina, con Claudio Ranieri accreditato come possibile traghettatore, tocca ai giocatori lanciare un segnale chiaro e definitivo: vincere, senza subire gol, e segnare tanto contro una Moldavia che, con tutto il rispetto, non può e non deve rappresentare un ostacolo. Di ostacoli, negli ultimi anni, ce li siamo costruiti da soli - spesso contro avversari tecnicamente inferiori - e ora il tempo delle scuse è finito.

L’impresa degli Europei 2021 è stata un’illusione isolata, una vetta mai davvero consolidata. Oggi serve una rifondazione: strutturale, emotiva, caratteriale. Serve una Nazionale che sappia riconoscersi, ritrovarsi, combattere.
"La Norvegia oggi è più forte di noi", ha ammesso il presidente della FIGC Gravina. Ma forse, più che un’analisi, è una profezia autoavverante. Perché la verità è che, prima ancora di essere battuti dagli altri, ci siamo arresi a noi stessi. Ora è il momento di rialzarsi, senza alibi né scorciatoie.