Udine si prepara a vivere una serata che va ben oltre il calcio. Martedì 14 ottobre la Nazionale italiana ospiterà Israele nella gara di qualificazione ai Mondiali 2026, ma l’attesa è segnata da tensioni, polemiche e timori per l’ordine pubblico.
La partita cade a pochi giorni dal secondo anniversario dell’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, un ricordo che rende ancora più sensibile il contesto della sicurezza.
Alloggi blindati e piano straordinario di sicurezza
Il piano di sicurezza messo a punto dalle autorità italiane è estremamente rigido. La squadra israeliana sarà scortata dall'aeroporto di Ronchi dei Legionari fino al suo alloggio, che rimarrà segreto per motivi di sicurezza, con vigilanza attiva 24 ore su 24.
La città di Udine sarà monitorata con attenzione dalle forze dell’ordine e reparti speciali, con misure di controllo più serrate rispetto alla norma. Il prefetto ha annunciato un piano di sicurezza che include checkpoint mobili, zone rosse, e controlli su stazioni, parcheggi e luoghi simbolici della comunità ebraica locale.

Attorno al Bluenergy Stadium, l'ordine pubblico sarà garantito da un sistema di monitoraggio a largo raggio. La tensione aumenta anche a causa dei cortei pro-palestinesi, con il Comitato per la Palestina che ha già convocato un presidio a Udine il giorno prima dell’incontro, mentre per il giorno della partita si prevede un corteo che potrebbe raccogliere più di 6.000 persone.
Il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, ha dichiarato: "Avevo chiesto un rinvio perché non c’era il clima per una festa nazional-popolare. Ora speriamo che non ci siano infiltrati nei cortei".
Il nodo Mossad e la smentita ufficiale
La partita, purtroppo, non si gioca solo sul campo. Sul piano politico, il governo italiano si trova nel mezzo di un aspro dibattito. Il ministro dello Sport, Andrea Abodi, ha ribadito che la decisione di mantenere la data della partita è presa dalle autorità sportive, come Uefa e Fifa: "La decisione che tutto segua il programma dipende dagli organismi sportivi. Il modello dell'ordine pubblico è quello di sempre, ma con un'attenzione crescente per la violenza che in questo periodo si manifesta in modo insopportabile", ha detto Abodi, aggiungendo che è fondamentale "promuovere la pace senza ricorrere alla violenza".
A complicare ulteriormente la situazione è l’onda di polemiche politiche legate alla presunta presenza dei servizi segreti israeliani a Udine. Voci insistenti avevano parlato di un presunto coinvolgimento del Mossad nella gestione della sicurezza durante l’evento.
Alcuni esponenti della politica avevano chiesto chiarimenti al governo, parlando di una presunta autorizzazione per i servizi israeliani ad agire sul suolo italiano. Tuttavia, nelle ore successive, è arrivata una smentita ufficiale da parte del Dipartimento di Pubblica Sicurezza, che ha dichiarato: "Non è prevista alcuna presenza di servizi di intelligence stranieri a Udine per la partita".
Un’atmosfera surreale e un match "da svolgere"
Mentre le autorità cercano di mantenere la calma, la tensione continua a crescere. Dentro lo stadio, la partita si preannuncia surreale. I pochi biglietti venduti, infatti, lasciano presagire un’atmosfera distante dai consueti sold-out che caratterizzano le partite della Nazionale. Gabriele Gravina, presidente della Figc, ha ribadito la necessità di giocare l’incontro, nonostante il contesto delicato: "C’è una responsabilità sportiva distinta da quella politica. Lo sport deve unire. Noi giocheremo e faremo di tutto per ottenere il miglior risultato".