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Italia, Gattuso "in trincea": “Dobbiamo andare al Mondiale" e su Chiesa: "Nessun caso o segreto"

Gennaro Gattuso in conferenza stampa
Gennaro Gattuso in conferenza stampaVincenzo Orlando / LiveMedia / DPPI via AFP

Il CT Gennaro Gattuso ha parlato con franchezza soprattutto della sfida contro Israele, soffermandosi sulle difficoltà ambientali, sulle scelte tecniche e sulla necessità di mantenere alta la concentrazione: “Ci saranno 10mila persone fuori dallo stadio e 5mila dentro. Non è facile, ma dobbiamo farcela”.

Udine si prepara ad ospitare martedì 14 ottobre la sfida di qualificazione ai Mondiali 2026 tra Italia e Israele, un incontro segnato non solo dalla posta in palio, ma anche da tensioni e difficoltà legate alla condizione fisica di alcuni giocatori. In conferenza stampa, Gennaro Gattuso ha spiegato le scelte tecniche e le motivazioni che guideranno la Nazionale in un contesto delicato.

L’allenatore ha sottolineato le difficoltà legate al contesto della partita con Israele: "Martedì andremo a Udine e sapremo che ci sarà pochissima gente, e capisco la preoccupazione. Ma sappiamo anche di dover giocare, altrimenti perderemmo 3-0 a tavolino. Lo ripeto: dispiace vedere cosa succede, gente innocente e bambini che muoiono. Sono cose che fanno male al cuore. Per tutto questo non possiamo certo dire che l'ambiente sia sereno: ci saranno 10mila persone fuori dallo stadio e 5mila dentro.

"Noi dobbiamo andare al Mondiale e ce la metteremo tutta, sarebbe stato bello avere lo stesso entusiasmo di Bergamo, ma so che non è una situazione facile. Correzioni? Lo ripeto: dobbiamo migliorare nell'annusare il pericolo e non dare mai nulla per scontato".

Il commissario tecnico ha parlato anche delle defezioni e di come intende gestire la squadra in queste due partite decisive. Su Spinazzola, recuperato dopo i problemi fisici, Gattuso ha dichiarato: "Lo vedo nel suo ruolo, poi chiaro che possa fare degli spezzoni anche più in alto. Il suo valore è evidente, è soltanto stato un po' sfortunato su infortuni e continuità. Lo devo ringraziare, dopo l'infortunio di Politano l'ho chiamato e ho trovato grande disponibilità. A 32 anni non è facile chiamare un giocatore e vederlo arrivare con questo entusiasmo".

"Cannavaro già al Mondiale, io qui in trincea"

Non sono mancate battute e ironia sulla scelta di carriera di Fabio Cannavaro, diventato ufficialmente CT dell'Uzbekistan, già qualificata ai Mondiali: "L'ho chiamato, gli ho detto che ha c**o. Ti profumi, metti il gel e sei già al Mondiale, e io sono qui in trincea… (ride, ndr)".

Un passaggio anche sui prossimi avversari: "Sull'Estonia dobbiamo stare attenti, c'è da rispettare l'avversario, abbiamo tutto da perdere".

Il tecnico ha descritto la sua attività di osservazione dei giocatori in giro per l’Italia e l’Europa: "Giriamo tanto, faccio spendere anche un po' di soldi alla federazione per vedere più partite possibili, altrimenti staremmo a casa a guardarli in tv. È normale che quando vedi cose interessanti devi premiare, dispiace che qualcuno sia rimasto a casa, ma le porte della nazionale restano aperte. Il principio è questo: se c'è qualcuno da premiare lo faremo".

I prossimi impegni dell'Italia
I prossimi impegni dell'ItaliaFlashscore

Sulle scelte dei convocati esordienti Nicolussi Caviglia e Cambiaghi: "Cambiaghi fa bene entrambe le fasi, Nicolussi dà equilibrio e qualità come vertice basso. Ero curioso di vederlo". Gattuso ha anche richiamato all’impegno Kean: "Deve dare qualcosa in più, perché è un giocatore importante. Abbiamo bisogno delle sue caratteristiche e della sua voglia".

"Il mio ego devo metterlo da parte, Chiesa non al 100%"

Infine, Gattuso ha parlato della gestione tattica e, sulla difesa a tre, ha precisato: "Un allenatore deve essere bravo a fare tutto, il mio ego devo metterlo da parte, anche perché ci giochiamo tanto. A me non piace la difesa a tre, ma questo non conta. Sceglieremo sempre il modulo migliore per la squadra".

Gattuso ha chiuso la conferenza ribadendo la necessità di concentrazione, responsabilità e adattamento: "Ci sono tante cose da correggere. Non è solo un problema di difesa, è l'annusare il pericolo e fare meglio in tutti i reparti. Chiesa? È la linea che ho con tutti, ci parlo tanto e gli rompo le scatole ogni dieci giorni. Con Federico c'è stata una lunga chiacchierata, sa cosa penso di lui, ma bisogna anche rispettare quel che dice il giocatore: non si sente al cento per cento e deve risolvere delle problematiche. Non c'è nessun caso o segreto".