Altri

Gravina: "Italia-Israele andava giocata, chi pensa il contrario ha detto un’idiozia"

Gabriele Gravina
Gabriele GravinaGIUSEPPE MAFFIA / NURPHOTO / NURPHOTO VIA AFP

Il presidente della Figc difende la scelta di disputare la gara di Udine: “Facciamo calcio, non politica. Il clima tra tifosi italiani e israeliani è stato di gioia e serenità, fuori c’era solo violenza organizzata.”

"Italia-Israele non andava giocata? Noi facciamo calcio, dovevamo perdere e subire una penalizzazione e non andare al mondiale? E così mandavamo ai mondiali proprio Israele, la squadra che non vogliono che partecipi? Faccio fatica a capire queste contorsioni di un pensiero che non mi appartiene. Chi ha pensato questo ha detto una grande idiozia". Lo ha detto il presidente della Figc, Gabriele Gravina, al termine del consiglio federale odierno, in merito alle polemiche sulla partita di qualificazioni ai mondiali Italia-Israele giocata a Udine.

"Noi dobbiamo aggregare. Il clima tra tifosi italiani e israeliani è stato di gioia e serenità. Chi ha vinto ha vinto e chi ha perso ha perso, stesso tenore anche con la dirigenza della federazione israeliana. Lì fuori invece i bellicosi hanno demolito una città, proprio nel giorno in cui veniva pattuita la pace", aggiunge Gravina, che definisce gli scontri avvenuti all'esterno dello stadio Friuli "causati da soggetti che non hanno nulla a che vedere né con i Propal né con altri tipi di schieramenti: una gang organizzata solo per distruggere e demolire".

Febbre mondiale

"La febbre mondiale c'è, ma è positiva, di quelle che dà stimolo ed entusiasmo. Non daremo la tachipirina ai nostri calciatori, vogliamo conservarla questa febbre", ha ammesso il numero uno della Federcalcio. "Fantasiosa", invece, definisce la possibilità di spostare la giornata di Serie A prima dell'eventuale playoff qualificatorio al mondiale. 

"Appellandomi alla sensibilità della Serie A, c'è l'ipotesi di almeno uno stage il 9-10 febbraio per dimezzare i tempi di distacco da novembre a marzo - ha aggiunto -. Mi sembra ci sia apertura a parlarne, ma abbiamo ancora due partite da disputare e per ora abbiamo raggiunto un obiettivo minimo. Il calcio ci insegna che ci sono leggi spietate e che dobbiamo aspettare altre due partite. Dopo il 21 novembre ragioneremo meglio sul da farsi".

Lo stadio

"Lo stadio della Roma? Abbiamo fatto un incontro a cui ho partecipato con la nostra struttura operativa, c'è la disponibilità del sindaco Gualtieri e tanta volontà da parte della proprietà della Roma, siamo a buon punto ed ho buone speranze. Sono fiducioso che la città di Roma potrà avere un secondo stadio per gli europei di calcio del 2032", ha concluso Gravina.