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Marsiglia, De Zerbi il rivoluzionario: "Il Psg è il potere, io all'OM per batterlo"

Roberto De Zerbi, allenatore del Marsiglia
Roberto De Zerbi, allenatore del MarsigliaMIGUEL MEDINA / AFP

"Abbiamo giocato una grande partita", ha dichiarato ieri sera l'allenatore dell'Olympique Marsiglia dopo il trionfo per 1-0 sui parigini al Velodrome. "Il Psg è un club che rappresenta il potere e l'autorità"

"È uno dei giorni migliori da quando sono arrivato, certo. Sono venuto al Marsiglia per il Velodrome e per battere il PSG. È un club che rappresenta il potere e l'autorità, la squadra che vince da anni rendendo impossibile, o quasi impossibile, agli altri competere. Non accetto tutto ciò". Così, a fine partita tra marsigliesi e parigini, ha parlato l'allenatore Roberto De Zerbi.

Il tecnico bresciano, che ha rotto una maledizione di 14 anni senza trionfi sui parigini in casa per i Phoceens, ha poi esternato le sue emozioni dopo la vittoria per 1-0: "Il Vélodrome non è uno stadio normale. Quando siamo in questo stadio, dobbiamo apprezzarlo. Un giorno non saremo più qui e ce ne pentiremo. Abbiamo giocato una grande partita, soprattutto nel primo tempo, che è stato molto buono, con energia, pressione e intelligenza". 

Poi, ha continuato: "Nel secondo tempo, forse ci è mancata un po' di energia. E abbiamo iniziato a guardare il punteggio. Ma penso che meritavamo di vincere contro una squadra che sta lasciando il segno, come il Milan di Arrigo Sacchi o il Barcellona di Guardiola. Questa squadra gioca un calcio diverso e questo rende la prestazione dei miei giocatori ancora più preziosa."

Infine, sull'entusiasmo generato dal trionfo, ha detto: "Dobbiamo festeggiare, è normale. Ma non ho dato loro il giorno libero e da domani si volta pagina. Lo sport è così. Per i giocatori, lo staff tecnico e i dirigenti, questa partita è già finita. Abbiamo una partita importante da disputare contro una squadra forte che ci precede in classifica. Se faremo bene, siamo sulla buona strada per diventare una grande squadra. Se non lo faremo, allora non siamo pronti".