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Benfica, mercato record oltre i 100 milioni: il segreto è nelle commissioni ridotte al minimo

Mercato (quasi) senza commissioni per il Benfica
Mercato (quasi) senza commissioni per il BenficaBURAK AKBULUT / ANADOLU / Anadolu via AFP
Le Águias hanno investito come mai nella loro storia, tra cessioni e acquisti di rilievo. A Bola sottolinea però il dato più sorprendente: appena il 2,7% destinato ai procuratori, cifra fuori dalla norma.

Il Benfica ha chiuso l’estate con il più grande investimento mai registrato nella propria storia, superando i 100 milioni di euro di spesa per rinforzare l’organico. Ma, come ha sottolineato A Bola, ciò che colpisce davvero è la politica sulle commissioni, contenute a livelli minimi nonostante l’intensità delle operazioni.

Le cifre confermano una strategia chiara: “Dei 161,3 milioni di euro incassati dalle cessioni - sottolinea il quotidiano portoghese - il Benfica ha speso 7 milioni in commissioni di intermediazione, ossia il 4,3% del valore complessivo garantito”. Una percentuale bassa se confrontata con i grandi flussi finanziari che muovono il mercato europeo.

Il dato diventa ancora più significativo sul fronte degli acquisti. Nove i volti nuovi per la stagione 2025/26, tra cui Richard Ríos dal Palmeiras (27 milioni), Ivanovic dallo Union Saint-Gilloise (22,8), Lukebakio dal Siviglia (20) e il giovane Sudakov dallo Shakhtar, il cui trasferimento può arrivare a 32 milioni con i bonus. Eppure, osserva A Bola, “su 136,8 milioni di spesa, solo lo 0,8% è stato destinato a commissioni di intermediazione”, appena 1,2 milioni di euro.

Un approccio reso possibile dal metodo di Rui Pedro Braz, direttore sportivo uscente, che ha seguito personalmente le trattative: “Braz ha negoziato direttamente e personalmente i rinforzi contrattati, riducendo al massimo il valore speso in commissioni”, assicura il quotidiano portoghese.

Meno del 3% in commissioni

Il risultato è un volume d’affari totale di 298,1 milioni (tra entrate e uscite), con appena 8,2 milioni di commissioni pagate, cioè il 2,7%. Numeri che ridisegnano la logica del mercato in un contesto in cui i costi occulti legati ai procuratori rappresentano spesso una quota ingente dei bilanci.

Il Benfica ha dimostrato che un mercato record non deve necessariamente trasformarsi in un’esplosione di spese collaterali. La politica delle Águias ha permesso di mantenere margini di controllo anche in una sessione segnata da acquisti di rilievo e cessioni importanti come quelle di Álvaro Carreras al Real Madrid (50 milioni) o Kokçu al Besiktas (30).

Al di là dei nomi, il dato che resta è quello della gestione: investire tanto limitando il peso delle commissioni. In un calcio dove queste voci rischiano di gonfiare in maniera opaca le operazioni, il Benfica ha scelto la via dell’efficienza.