Il Psg alla prima prova intercontinentale. Dopo la vittoria con gli europei dell'Atletico di Madrid, i campioni d'Europa giovedì avranno di fronte i brasialiani del Botafogo.
La squadra di Luis Enriques, da molti indicata come favorita per la vittoria finale, spera in un altro risultato positivo per continuare sull'onda dell'entusiasmo dopo Monaco: "Dopo aver vinto la Champions e diventare campioni d’Europa, è naturale che tutti parlino bene di noi, ed è bello ricevere questi riconoscimenti. Ma allo stesso tempo, cerchiamo di restare focalizzati sul nostro obiettivo: continuare a crescere come squadra e costruire fiducia", ha esordito l'ex tecnico della Roma.
Club dominante
"Siamo campioni d’Europa nessuno può togliercelo - ha continuato Enrique -. È stato meritato, perché il nostro cammino è stato difficile. Ma siamo solo all’inizio. Questo è un club ambizioso, che vuole diventare dominante. Non so se ci riusciremo, ma l’obiettivo è chiaro: continuare a vincere. Sappiamo che tutti vogliono batterci, quindi sarà dura. Ma è una sfida bellissima.
Per continuare a sognare i parigini dovranno però superare l'ostacolo Botafogo, squadra che nel 2024 ha vinto la Libertadores: "È molto bello giocare contro una squadra brasiliana con una storia importante. Hanno vinto la Libertadores nel 2024, sicuramente ci creeranno difficoltà diverse rispetto ai club europei. Ma sarà una grande sfida e una motivazione in più per noi. A livello di preparazione, non cambiamo molto: l’esperienza ci ha insegnato che sono gli altri a cambiare approccio quando giocano contro di noi. Abbiamo studiato il Botafogo, li abbiamo visti vincere qui. È una squadra di grande livello, ma noi ci prepariamo come sempre".
Occhio al mercato
Poi un occhio al mercato e al tipo di profili che il tecnico spagnolo vorrebbe a Parigi: "Devono essere giocatori che amano giocare a calcio, che si allenano con gioia ogni giorno, che vogliono vincere anche ogni partitella. È importante avere questa mentalità. Allenarsi con il sorriso è la chiave".
Infine una postilla su sue vecchie dichiarazioni sui giocatori sudamericani: "Ho sentito spesso dire che io avrei detto che i giocatori europei sono migliori di quelli sudamericani o americani. Ma non è vero. Ho solo detto che molti grandi giocatori sudamericani vengono in Europa, e noi ne approfittiamo. Non perché siamo migliori, ma perché possiamo attrarre più facilmente i talenti. Il mio discorso era su questo squilibrio, non sul valore dei giocatori.
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