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Conoscenza delle squadre italiane: "Non so se sia un vantaggio o meno, forse impiego meno tempo ad analizzare rispetto a una squadra di un’altra cultura. Il fatto di conoscere bene non significa che le difficoltà siano minori, né che le loro qualità siano inferiori. È una squadra molto forte, ha vinto due scudetti in poco tempo. Ora gioca in modo diverso rispetto all’inizio della stagione. Personalmente, e purtroppo per noi, mi piace molto di più il modo in cui stanno giocando adesso".
Assenze del Napoli: "Non fatemi ridere. Una cosa è non avere Lukaku e avere Hjolund, e comunque avere Lorenzo Lucca in panchina. Non avere Kevin de Bruyne, ma avere Elmas e Scott McTominay... Insomma, non parlatemi di assenze perché le mie mi fanno piangere. Da quando abbiamo perso Lukebakio, ho detto che non volevo piangere, ma trovare soluzioni. Ora, guardando la rosa del Napoli, si vede chi gioca e chi è in panchina e ci si dimentica di chi manca. L’origine delle assenze ha portato a un cambio di sistema e questo cambiamento ha reso il Napoli una squadra migliore".

Livello competitivo del calcio portoghese e italiano: "Non saprei dirle perché non guardo le partite del campionato italiano. Mi concentro dove lavoro, guardo tutte le partite possibili del campionato in cui sono e mi resta poco tempo per seguire altri campionati. In generale, in Italia c’è una cultura tattica molto elevata, gli allenatori lavorano molto bene sull’aspetto tattico, c’è una forte cultura delle marcature individuali, squadre con grande fisicità. Le squadre con grande qualità individuale, come il Napoli, riescono a unire ciò che fanno bene tatticamente alle loro qualità individuali. Il Napoli è una squadra fortissima".
La qualificazione aiuta nei rinforzi di mercato: "Non so nemmeno da dove cominciare a rispondere. Prima di tutto, non penso al mercato, penso a ottenere il massimo dai giocatori che ho e dal settore giovanile. Parto dal presupposto che il mercato non esista, è così che lavoro. Non dirò chi giocherà, ma tra i 23 convocati ci sono 10 ragazzi del vivaio del Benfica. Di questi 10, arrivano per la prima volta con me, non parlo di António Silva o Tomás Araújo. Tutto ciò che succede in partita e l’influenza che può avere sul mercato non mi interessano minimamente. Io parto dal presupposto che il mercato non esista. Se ci sarà, bene.
Solo la matematica pura può togliermi la speranza, sia in Champions League che in campionato. Non so se nove punti saranno sufficienti, 10 sicuramente sì, quindi nemmeno il risultato di domani mi toglie la speranza, anche supponendo che perdiamo. Dobbiamo ancora giocare contro Juventus e Real Madrid. È difficile? Sì, ma dal punto di vista matematico è ancora possibile. Guarderemo alla partita pensando che dobbiamo vincere e, vincendo, avremo più possibilità".
