"Lasciateli sognare". Gian Piero Gasperini non ne vuole sapere di fare il guastafeste, men che meno mentre lui stesso si sta godendo il primato in solitaria della sua Atalanta conquistato grazie alla vittoria sul Milan e alla parallela sconfitta del Napoli contro la Lazio. E, del resto, il Gasp non ha bisogno di dimostrare a nessuno di avere i piedi ben piantati a terra. Per lui, infatti, parla la sua storia.
Questo non vuol dire che il tecnico piemontese creda di essere il principale favorito nella corsa titolo. Sarebbe sciocco pensarlo e lui sciocco non lo è affatto: "I tifosi è giusto che cantino 'vinceremo il tricolor', non si è mai cantato a Bergamo, quindi lasciateglielo cantare. Poi, se fosse a cinque giornate dalla fine avrebbe un altro significato. Ora è uno sfogo di gioia da parte della gente che, però, ha i piedi per terra".

In realtà, non dev'essere semplice tenerli ancorati al suolo, i piedi, mentre stai scrivendo, partita dopo partita, le pagine più belle della storia della Dea. Dopo il trionfo della scorsa primavera in Europa League, non erano in pochi ad aver pensato che i nerazzurri fossero arrivati al massimo delle loro possibilità.
Supposizione confermata dalla sconfitta in Supercoppa europea, dello scorso mese di agosto, contro il Real Madrid. E, invece, non c'era nulla da confermare, perché la squadra di Gasperini continua a crescere e evolversi. Prova ne sia che mai, nella sua storia, l'Atalanta si era trovata in testa al campionato dopo 15 turni.
La più bella
Due anni fa, aveva accarezzato qualcosa di simile alla quinta giornata, ma il sogno era durato lo spazio di una domenica. Gli attuali 34 punti in classifica - due in più del Napoli e tre su Fiorentina e Inter, le uniche due squadre che potrebbero virtualmente raggiungerla avendo da recupero lo scontro diretto sospeso per il malore che ha colpito Edoardo Bove - stanno lì a dimostrare con che tipo di ambizioni scendano in campo i nerazzurri in campionato.
"Se sono rimasto è per fare di più, non di meno, non ho mai pensato di accontentarmi - ha ammesso Gasperini - . Poi, certo, dire di più non vuol dire per forza scudetto, ma di avvicinarci ai top club, come noi si sono avvicinate Fiorentina e Lazio. La classifica è cortissima, il campionato è bellissimo ed equilibrato".

E la più bella è l'Atalanta, non solo perché ha più punti di tutte le altre, ma perché ogni volta che scende in campo lo spettacolo è assicurato. A chi, dopo il 6-1 rifilato allo Young Boys, gli faceva notare che gli svizzeri non fossero di certo il Real Madrid, Gasperini ha fatto giustamente ricordato che, su quello stesso campo, qualche settimana prima, l'Inter aveva vinto di misura e soltanto nei minuti finali.
Detto questo ci sono ancora 23 giornate da disputare in Serie A e, probabilmente, i nerazzurri di Milano sono ancora ancora un passo avanti in un torneo così lungo. Ma la distanza non è assolutamente quella della scorsa stagione e la sensazione è che, settimana dopo settimana, continui ad accorciarsi sempre di più.
Scacco alla regina

Ora, però, la Dea si rituffa in Champions League e questa volta, di fronte, ci sarà davvero il Real campione d'Europa di Carlo Ancelotti che, sebbene non stia attraversando il suo miglior momento di forma, quando si tratta della massima competizione continentale rappresenta, senza dubbio, il migliore dei banchi di prova. L'obiettivo dichiarato dei nerazzurri, però, è quello di mettere in scacco anche la regina del vecchio continente.
"Il primo traguardo è molto vicino, ma possiamo giocarci qualcosa di ancora più importante. Partiamo da favoriti? Beh, è soggettivo, io non ne sono molto convinto", ha ammesso il tecnico piemontese sulla sfida contro i madrileni, alla fine della quale, però, capiremo molto di più su quali siano le reali aspirazioni di Lookman e compagni anche oltreconfine.
