È ormai da tempo fuori dai radar, ma Stan Valckx guarda al calcio sempre con molto interesse. Soprattutto quando si tratta di giocatori che provengono, come lui, dall'Olanda. Ex difensore di Venlo, Psv Eindhoven e Sporting Lisbona, ricorda in esclusiva Diretta/Flashscore dei Mondiali 1994 dove affrontò l'amico Romario e parla dei suoi connazionali in Serie A. Partendo da uno che oggi è una certezza dell'Inter che sfida il Feyenoord nel match di ritorno degli ottavi di Champions League a San Siro.
Il grande ex di stasera è Stefan De Vrij, che oggi potrebbe mancare per affaticamento ma che gioca centrale di difesa proprio come lei...
Stefan è ormai da tempo in Italia, e ormai è diventato più italiano che olandese nel modo di giocare (ride). E lo dico perché non ha come prima preoccupazione quella di portare avanti il pallone bensì di fermare gli attaccanti avversari. Il suo modo di giocare e di pensare è quello di un calciatore che occupa bene gli spazi senza palla. Ma la sua personalità è importante e già all'andata è stato decisivo nel suo ex stadio. Anche l'altro olandese, Denzel Dumfries, è un valore sicuro per i nerazzurri.
Dopo la vittoria per 2-0 nell'andata al De Kuip, l'Inter ha la qualificazione in mano?
Direi di no. Anzi. Bisogna stare attenti al Feyenoord, anche se si gioca a San Siro. Perché il Feyenoord è una squadra totalmente imprevedibile, direi pazza. E infatti ha già eliminato il Milan, sempre a San Siro.
All'andata per una mezz'ora è stata pericolosa, ma oggi mancherà Osman, squalificato.
Stiamo però pur sempre parlando di un giocatore venuto fuori da poco, non di un campione. Però questo Feyenoord è talmente una variabile impazzita che se fa un gol e si porta sull'1-0 tutto può succedere. Anche contro l'Inter. Onestamente sono impaziente di vedere questa partita.
La Juventus, invece, è stata fatta fuori dal suo Psv, che però poi ha perso 1-7 in casa contro l'Arsenal.
Ormai, purtroppo, per il Psv è andata in Champions. Anzi, ti direi che devono concentrarsi sul secondo posto nel campionato olandese per poterci tornare l'anno prossimo. All'Emirates non possono certo ribaltare il risultato.

E come sono riusciti a far fuori la Juventus?
Non ho spiegazioni onestamente. Forse è perché sono una squadra offensiva che si esalta e si motiva quando può fare la partita e con l'Arsenal non ha potuto. Ecco, credo che il Psv abbia sorpreso la Juve, ma parliamo di una squadra instabile, il Psv lo è eccome.
A cosa attribuisce questa volubilità?
Al fatto che Peter Bosz storicamente stecca la seconda stagione. È solito fare una prima annata ottima e poi non riesce a ripetersi.
In panchina ci sarà Robin Van Persie, un'icona del calcio olandese come giocatore. Ma come allenatore è pronto per una sfida del genere?
Per lui era l’opportunità della vita e l’ha colta. Forse era troppo presto per lui. Anzi, direi che è stato un azzardo affidagli la squadra adesso. Ora però è lì, a giocarsela. Ma ha avuto anche molti infortuni ai quali ha dovuto far fronte…
Qualcosa di simile a Ruben Amorim al Manchester United, no? Lei ha giocato per tre stagioni allo Sporting Lisbona e si sarà fatto un'idea del personaggio.
Beh, direi che è un discorso analogo. Sono opportunità che arrivano una volta nella vita ed è davvero difficile rifiutare (sospira).
E dopo aver fatto la storia con lo Sporting...
Ma non poteva dire di no neanche Amorim. D'altro canto è vero e al contempo strano che lo United stia attraversando un'epoca davvero triste dal punto di vista dei risultati. Sono questi treni che passano una sola volta, ma è anche un'occasione figlia del calcio moderno, dove bisogna fare tutto e subito.
Per quanto riguarda i suoi connazionali, invece, in Italia ce ne sono vari che stanno vivendo diverse fortune. Come centrocampisti che stanno facendo una grande stagione ci sono De Roon ed Ekellenkamp, una certezza assoluta e una sorpresa.
In entrambi i casi si tratta di due giocatori che stanno rendendo molto bene. Soprattutto De Roon, capitano di un'Atalanta storica. Tuttavia, credo che siano entrambi al loro massimo, ossia non credo che possano davvero fare ulteriori salti di qualità.
Reijnders a volte predica nel deserto nel Milan, mentre Koopmeiners nella Juventus arranca...
Reijnders deve giocare più avanti, non è un mediano. Mentre per Koopmeiners è il discorso inverso. Da quando è andato alla Juve ha giocato troppo avanti rispetto al suo raggio d'azione. È un mediano difensivo, che sa tirare in porta ma per me rende meglio giocando tra i due centrali.
Ultimamente è stato molto criticato.
Non seguo molto il calcio italiano, ma è qualcosa di normale se vieni messo fuori ruolo. Se poi sei come lui un giocatore che spicca per le abilità nel passaggio e per le transizioni, è logico che giocare tra le linee o come ala destra lo limiti.

In passato c'è stato un altro olandese che in Italia è andato male prima di esplodere. E lei ci ha giocato insieme. Parliamo di Dennis Bergkamp...
Si fa presto a dire che in Italia il calcio è molto difensivo e dunque blocca i talenti puri come lui. Eppure, avendolo conosciuto per me è più una questione caratteriale. Dennis è sempre stato un tipo introverso: con lui ho condiviso varie convocazioni in nazionale e il Mondiale 1994, e credo che il suo carattere non gli abbia permesso di rendere al massimo in Italia, visto che poi in Inghilterra è esploso.
È vero che aveva paura di volare?
Eccome. Ricordo una volta, prima dei Mondiali di Usa 1994. Dovevamo andare a giocare un'amichevole in Bielorussia. Stavamo per partire con l'autobus per l'aeroporto ma ne mancava uno. Ed era Bergkamp. Era rimasto in albergo. Uno dei team manager rientrò a cercarlo ma Dennis non aveva intenzione di venire con noi, e quindi rimase in Olanda da solo. In campo, però, era fenomenale.
È stato il giocatore più forte col quale ha condiviso lo spogliatoio?
Non direi. Ho avuto la fortuna di giocare con vari fenomeni vista l'epoca e le squadre in cui ho militato. Romario, per esempio, era incredibile.
In allenamento lo avrà fatto ammattire.
Siamo arrivati insieme al Psv nell'estate del 1988, e lui al principio non era di molte parole. Ma era un tipo simpatico, oltre che un fenomeno con il pallone tra i piedi. All'inizio risentì del cambio di clima rispetto al Brasile, ma poi si fece notare per le sue magie.
Poi lo avrebbe affrontato nei quarti di finale dei Mondiali 1994 negli Stati Uniti. Cosa gli disse prima di entrare in campo?
All'epoca giocavo nello Sporting Lisbona, quindi già sapevo il portoghese. E gli ho lanciato un paio di minacce scherzose dicendogli che l'avrei schiantato (ride).
Sappiamo tutti come è finita poi quella partita, con il Brasile che ha vinto per 3-2 ed è passato alle semifinali...
E Romario ha segnato in faccia a me che me lo sono perso. Ma era fenomenale nei movimenti e nella tecnica calcistica. Ho provato a destabilizzarlo ma non ci sono riuscito. Avevamo anche rimontato il doppio svantaggio, poi ci ha fregati il missile di Branco.
Dopo Romario, al Psv lei ha avuto la fortuna di giocare anche con il primo Ronaldo. Il Fenomeno...
Dopo due mesi di allenamento pensai che sarebbe potuto diventare il più forte di tutti, anche meglio di quel Romario che mi aveva fatto sognare. Era un giocatore incredibile. Poi ha avuto la disgrazia degli infortuni, che lo hanno fermato, altrimenti... Ma è stato un privilegio misurarmi con lui in allenamento.
Tra Romario e Ronaldo, quindi?
Il Fenomeno avrebbe potuto essere il più forte, ma per me il miglior con cui ho giocato resterà sempre Romario.