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Champions League: il Milan è obbligato a evitare l'ennesimo crac (e non solo finanziario)

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Santiago Gimenez e Joao Felix
Santiago Gimenez e Joao FelixMAIRO CINQUETTI / NurPhoto / NurPhoto via AFP
Sottovalutare il fattore economico sarebbe da ingenui. Tuttavia, contro il Feyenoord, il Diavolo si gioca qualcosa di più importante del portafogli: la faccia e, quindi, la credibilità a livello internazionale.

Si sente dire e ripetere in giro che l'obiettivo principale del Milan debba, per forza, essere quello di entrare tra le prime quattro in campionato per ottenere la qualificazione alla prossima edizione della Champions League. Un vero e proprio mantra che, però, non tiene conto della tradizione europea del Milan.

Intendiamoci, non c'è dubbio sul fatto che il Diavolo non possa permettersi di rimanere fuori dalla massima competizione continentale né l'anno prossimo né mai. Ma questa dev'essere solo la base, anzi l'indispensabile trampolino di lancio, se l'obiettivo è quello di tornare a essere grande per davvero.

La finale di San Siro
La finale di San SiroFlashscore

E già, perché per usare un'espressione cara a Sergio Conceiçao, limitare l'obiettivo minimo del club alle prime quattro piazze in campionato, "non è da Milan".

Anche perché avrebbe davvero poco senso per un club con sette coppe dalle grandi orecchie nella propria bacheca continuare ad arrivare sistematicamente in Champions League per poi essere sistematicamente eliminato prima degli ottavi di finale, come già successo l'anno scorso.

Obbligati a passare

Ed è per questa ragione che l'incontro di domani pomeriggio a San Siro contro il Feyenoord - un paio d'ore prima della sfida tra l'Atalanta e il Brugge - deve per forza diventare molto di più di una semplice gara di ritorno dei playoff di Champions League, ma una vera e propria finale.

I recenti correttivi messi a punto in fase di mercato dimostrano la capacità di autocritica e l'intenzione della società di non accontentarsi, di non voler essere una semplice comparsa: Walker, Giménez, Joao Felix, Sottil e Bondo sono, nei piani della triade Cardinale-Moncada-Ibra, la leva per il definitivo salto di qualità.

E così, anche il sempre importantissimo aspetto economico non può che passare in secondo piano anche perché le vittorie sportive portano automaticamente in dote milioni. E, a proposito di soldi, è bene ricordare che, al netto degli incassi degli incontri disputati in casa, il Milan ha già incassato dalla Uefa oltre 60 milioni (61,3) ai quali se ne aggiungerebbero altri 11 in caso di qualificazione agli ottavi di finale.

Un tesoretto indispensabile, soprattutto per una società votata alla sostenibilità e che, a differenza dei club Stato, non ha uno sceicco pronto ad aprire a piacere il blocchetto degli assegni con il placet del non sempre attentissimo Fair Play Finanziario del massimo organismo del pallone continentale.

La gara d'andata
La gara d'andataFlashcore

Insomma, sottovalutare il fattore economico sarebbe da ingenui. Tuttavia, contro il Feyenoord, il Milan si gioca, come dicevamo, qualcosa di più importante del portafogli: la faccia e, quindi, la credibilità a livello internazionale. Evitare un altro crac (non solo finanziario) diventa così un imperativo categorico per Leao e compagni.

L'eliminazione dalla Champions, di nuovo prima degli ottavi, sarebbe, infatti, un fallimento molto difficile da spiegarsi e da spiegare ai tanti tifosi rossoneri nel mondo. Sotto tutti i punti di vista.